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Le origini del vitigno

 

La Nascetta è l’unico vitigno a bacca bianca autoctono delle Langhe. Troviamo i primi riferimenti storici nella Monografia sulla viticoltura ed enologia nella provincia di Cuneo del 1879, scritto dall’ampelografo Lorenzo Fantini: nel XIX secolo questa varietà cresceva nelle Langhe, in particolar modo nell’area di Novello. Inizialmente il vino pregiato prodotto dall’uva Nascetta, grazie alle sue uniche caratteristiche, era paragonato ai grandi bianche del Reno come il Schloss Johannisberg. Dopo l’ondata distruttiva della Filossera, la Nascetta è stata ripiantata ma solo in pochi appezzamenti, a causa della sua sensibilità e della scarsa resa, che rendevano la produzione del vino troppo costosa e che, a lungo andare, ne causò la scomparsa negli anni del dopoguerra.

La Nascetta oggi

 

Oggi la Nascetta è stata riscoperta grazie al lavoro di produttori appassionati e tenaci che, in collaborazione con l’Università di Torino, hanno lavorato al fine di annoverare la Nascetta quale vitigno autoctono di Langa e di istituire la Doc ad esso dedicata, riconosciuta ufficialmente nel 2010.
Attualmente ci sono due DOC: Langhe DOC Nascetta e, per la sottozona, Langhe DOC Nascetta di Novello. Grazie alle sue caratteristiche, al microclima ed alle peculiarità del terreno, la Nascetta è destinata a diventare il grande bianco di Langa.

Le caratteristiche

 

La germinazione avviene a metà giugno, il periodo di vendemmia  è metà/fine Settembre, con rese basse e discontinue. Il terreno ideale è calcareo-argilloso-sabbioso.
Il vino Nascetta è aromatico al naso e minerale al palato, unisce le caratteristiche aromatiche del Sauvignon, ricorda il Moscato ed e volge all’erbaceo come il Riesling. Ha un potenziale di invecchiamento tra i 5 e i 10 anni.

Wine & Grape

Our WebTV uncovers the history of the ancient Nascetta variety and the characteristics of Langhe Nascetta DOC wine, in this series filmed from the agricultural, geological, organoleptic and culinary points of view. The interviews are with several experts who have participated in the discovery of this little-known grape. Professor Anna Schneider of the National Research Council, Professor Vincenzo Gerbi of the University of Turin, Edmondo Bonelli, geologist and Mauro Carosso of the Piedmont chapter of the Italian Association of Sommeliers are just a few of the experts who have contributed and whom we would like to thank.

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